Ho indirizzato mille e più
lettere al mio amore, ma tu
me le hai riportate tutte
indietro, e con distacco assoluto
hai aggiunto a penna, lì sotto:
destinatario sconosciuto.
Ho indirizzato mille e più
lettere al mio amore, ma tu
me le hai riportate tutte
indietro, e con distacco assoluto
hai aggiunto a penna, lì sotto:
destinatario sconosciuto.
Tu vivi correndo,
lo so, è il tuo mestiere,
ma mi rattrista lo stesso sapere
che il tuo record, che appare
imuperabile, risale a quando
ti provai a baciare.
Neanche camuffato
da rotolo d'arrosto
ma proprio sottocosto
come semplice frattaglia
hai esposto
sul bancone questo
povero mio cuore
che malauguratamente
t'ho donato.
Ahimé, ancora
è lì, invenduto.
Nessuno l'ha voluto.
Mille
volte ti ho detto
delle
mie pene di cuore
per ore e ore.
E tu senza proferire
motto
hai sempre battuto tutto
in modo peraltro corretto
senza mai capire.
So che non posso
ma passerei col rosso
purché tu mi notassi.
per eccesso d'amore.
se d'amarti
non ho chance:
perché ad ogni mia
più timida avance
ti fai sparare via?
Ahimé, io non riesco
a dichiararti questo mio sentimento
che tu severamente
m'additi quella scritta incombente:
non parlare al conducente.
Ahi, tu mi rendi amaro
lo scriver versi. Per pubblicar
queste rime non ti contenti dell'amor
che ti dichiaro.
Tu vuoi denaro.
Su di un volo
per te normale,
intercontinentale,
t'ho sussurrato
dell'insopprimibile anelito
d'amor che m'avea colto
lassù tra i nembi, in alto.
Ma tu i sintomi del mio cuore
hai scambiato,
con gli effetti d’un vuoto
d'aria, e premurosa m'hai dato
subito
il sacchetto del vomito.
Tuttor
l'ho conservato, unico
pegno del tuo cuor,
sebbene usato.
Perché se chiedo pollo
solerte m'accontenti
mentre se invoco amor
m'offendi e mi tormenti?
Scostumata mi tasta,
s'accosta e poi lesta
si discosta,
io le chiesi senza sosta
amor, non ebbi mai risposta
ma solo una supposta.
Ah, visione divina:
tu tastavi una zucchina
dietro una sporta, nel negozio
di frutta e verdura, assorta.
Se solo avessi avuto più coraggio
t'avrei sussurrato: Portami con te,
sarò io quell'ortaggio.
appena udito il tuo dolce richiamo
ed è l'ultimo mio ricordo chiaro
prima del rumore dello sparo.
a dichiararti questo mio sentimento
che tu severamente
m'additi quella scritta incombente:
non parlare al conducente.
or che m'hai disilluso amaramente.
Tu non provi l'invidia del mio pene
ma di ogni altro maschio vivente.
Per te sarà forse diverso
ma io senza il tuo amore,
è giusto tu lo sappia,
vivo costantemente immerso
in un denso nero di seppia.
Eppure mi basta così poco
di te, quasi niente:
una scaglia iridescente,
o un tenue sentore
e posso seguir per ore
la tua traccia d'odore.